VIAREGGIO. Il disagio inizia una quindicina di giorni fa. Quando, per le strade, comincia a sentirsi un forte odore, una puzza di fognatura nauseante. La zona è quella a ridosso della Pineta di Viareggio, nel quartiere Diatz a Città Giardino.  A pochi metri da dove, qualche giorno fa, un bagno ha lanciato un grido d’allarme.

Da lì inizia la disavventura della signora Alessandra Cappelli, titolare assieme a sua sorella Elisabetta, della gastronomia “Gambero Rosso“. “Ci siamo accorte – racconta la donna – che l’odore, di giorno in giorno sempre più forte, proveniva dal tombino davanti il nostro negozio. Un tombino di fognatura bianca, che dovrebbe raccogliere acque piovane, e che non dovrebbe certo emanare questi cattivi odori”.

Il problema ovviamente non riguarda solo la gastronomia. Lo confermano anche i residenti della zona, e gli altri negozianti della strada, tra cui il vicino panificio. “Per cercare di risolvere la questione – racconta la donna – abbiamo telefonato alla polizia municipale”. Che, poco dopo, ha inviato due agenti. Subito dopo il Comune invia un mezzo auto-spurgo. Ma il problema rimane. Così la signora Alessandra Cappelli chiama di nuovo, questa volta l’ufficio del cittadino del Comune di Viareggio. “Lì  mi hanno detto di rivolgermi alla Sea, la Sea mi ha detto che è un problema dell’ufficio allacci del Comune, ho richiamato ancora e mi hanno detto che no, loro non c’entrano nulla. Così ho tirato in ballo anche Gaia, e anche loro mi hanno assicurato che non c’entrano nulla. Ma insomma di chi è competenza questo tratto di fogna, di nessuno?”.

(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

Qualcuno, per cercare di ovviare il problema, ha tentato una soluzione fai da te. Un vero e proprio tappo sul tombino, con cartone e scotch. “Ma il problema c’è sempre, perché 10 metri più su e dieci metri di giù ci sono altri tombini. Ci abbiamo buttato anche della candeggina: non serve a nulla, il puzzo è sempre peggio”.

Oltre al danno – perché una gastronomia che lavora in mezzo ad una puzza terribile non è proprio il massimo dal punto di vista dell’immagine – anche la beffa. “L’altro giorno passano qui davanti due turisti. Senti come puzza questo negozio, hanno detto passando. Mi sono sentita davvero mortificata. Gestisco questa gastronomia da 20 anni, e per colpa di un disagio del genere devo rimetterci io. Tra l’altro siamo in estate, in uno dei pochi periodi che si lavora davvero, e questo disagi ci crea dei danni. Io mio appello è per chi deve intervenire: che lo faccia in fretta”.

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